Design italiano: alla conquista del mercato americano
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Design italiano: alla conquista del mercato americano

Negli ultimi anni il design italiano e l’etichetta «Made in Italy» sinonimi di eleganza, funzionalità, qualità e originalità, hanno riscosso enorme attenzione negli Stati Uniti.

I prodotti italiani coniugano bellezza esteriore, funzionalità e maestria artigianale d’eccellenza. Ne abbiamo parlato con gli esperti del settore Beth Dickstein, Alex Lubarsky e Dan Rubinstein, per approfondire cosa significhi realmente «Made in Italy» per i consumatori americani

 

 

Intervista di Akgün Akdil

 

 

 

 

 

Beth Dickstein, fondatrice e proprietaria di BDE&Co, brand newyorkese con oltre 25 anni di esperienza nei settori dell'architettura e del design, dei viaggi, della cultura, dello stile di vita e dell'ospitalità. 

 

 
 

Qual è il design italiano che più attira negli Stati Uniti?

 

Il design italiano ha un appeal globale in quanto è connaturato con la moda, le automobili, l’arredamento e persino con il vino: è rinomato per la sua maestria artigianale, la sua creatività e il suo essere intramontabile e riscuote maggiore appeal nelle aree urbane.

 

 

Quali tipi di oggetti, materiali, stili e marchi sono attualmente in voga nel mercato statunitense?

 

Il mercato statunitense vuole rispondere alla nuova esigenza di spazi flessibili per le abitazioni e gli uffici. Con la crescita dello smart working le stanze della casa si trasformano: la sala da pranzo, la cucina o persino della camera da letto possono offrire spazi ideali da riservare al lavoro.  

 

La sostenibilità dei materiali è fondamentale per il mercato nordamericano. Si prediligono materie prime quali legno di provenienza sostenibile, plastica riciclata, bambù e simili. Per gli acquisti nel settore illuminazione un elemento determinante sono i LED o le lampade fluorescenti compatte (CFL), efficienti dal punto di vista energetico. Le lampadine CFL sono anche riciclabili. Anche negli imballi i consumatori cercano materiali riciclabili e contenuti che consentano di ridurre i costi di spedizione. Data l’eterogeneità della popolazione statunitense, è difficile indicare uno stile, anche se il design contemporaneo o moderno è più diffuso nelle aree urbane. Dal punto di vista dei marchi italiani, in particolare laddove si chiedono originalità e qualità, gli interior designer e gli architetti privilegiano vari marchi di spicco quali B&B Italia, Poliform e altri per arredi e illuminazione, Flos, Artemide, ecc.  Per questa fascia di mercato ci sono alcuni importanti rivenditori, come Design Within Reach, e rivenditori online come Lumens, Hive Modern, ecc. Marchi americani come Restoration Hardware, Perigold e Wayfair sono popolari. Un marchio americano con buoni prezzi e design originale è Blu Dot, che ha diversi store negli Stati Uniti e sento parlare sempre più di Arhaus

 

Quali nuove tendenze o prodotti stanno catturando l'interesse dei consumatori americani e quali sono le novità nel mondo della produzione e del retail?

 

La sostenibilità è fondamentale in America e stanno nascendo nuove aziende innovative che guardano con attenzione al futuro del pianeta. Tra queste, molto attiva è MycoWorks, che produce un materiale a base di miceli che offre la sensazione tattile e ha le stesse caratteristiche del pellami pregiati. 

 

Con oltre 100 milioni di persone negli Stati Uniti che soffrono di qualche tipo di allergia, inoltre, si sta affermando una nuova tendenza verso abitazioni più anallergiche. Un designer di New York, Uli Wagner, è stato il primo a ricevere la certificazione per l'Allergy Friendly Building Alliance

 

Il vintage continua ad essere in voga, con nuovi arrivati quali Rarify e Modern Hill Furniture che stanno attirando l'attenzione.  Quest'ultima azienda esegue anche attività di restauro, promuovendo l'idea che i materiali di qualità  e gli arredi di buona fattura e dal design originale sono i più sostenibili. C'è poi una tendenza verso il colore. Mentre in passato la maggior parte degli arredi erano «beige» con accessori in acciaio inossidabile per  riflettere il design moderno, c'è ora una tendenza ad aggiungere colore alla casa per rispecchiare la personalità dell'individuo.  

 

 

Secondo lei, qual è il concetto o il tema migliore su cui concentrarsi nel promuovere il design italiano negli Stati Uniti?

 

Nella mia esperienza un marketing diretto e onesto è il modo migliore per promuovere il design italiano. La generazione più giovane degli acquirenti di oggi desidera messaggi autentici che facciano sentire loro che l'azienda sta parlando «per» loro anziché «a» loro. Stiamo notando che alcuni eventi di marketing di maggior successo si tengono lontano dagli showroom e dai negozi, a favore di location più interessanti, e i temi sono più innovativi, coinvolgenti e meno improntati alla vendita «diretta». 

 

 

Quali sfide affrontano gli imprenditori italiani quando presentano i loro progetti al mercato statunitense?

 

Le stesse sfide che tutte le aziende stanno affrontando in questo momento, ovvero:  farsi largo nella massa di iniziative di marketing e messaggi che vengono inviati con iniziative rilevanti e originali.

 

 

Può parlarci delle strategie di successo che ha utilizzato per commercializzare il design italiano negli Stati Uniti?

 

Abbiamo avuto successo con micro e macro influencer piuttosto che con mega influencer. Li selezioniamo per il loro interesse verso il design e, molto spesso, riceviamo più post, per un periodo di tempo più lungo rispetto a quanto concordato. Per la nostra azienda marketing, promozione e  vendita costituiscono i perni di un approccio su più fronti.  Inoltre, conoscere coloro a cui si vuole vendere è fondamentale.  Riteniamo che prendere la mira sia meglio che «sparare a raffica».    

 


Che consiglio darebbe a nuovi imprenditori italiani intenzionati a entrare nel mercato statunitense?

 

Innanzitutto, venire negli Stati Uniti (e in Canada) e osservare. Dico sempre: «Cammina prima di correre». Tutti conoscono qualcuno in grado di presentarti a persone in 5-6 città chiave.  Trascorrere almeno 2-4 giorni in ogni città, partecipare a conversazioni significative, fare molte domande e ascoltare con attenzione le risposte. Al rientro in Italia, mettersi attorno al tavolo con i propri migliori consulenti, che, si spera, avranno opinioni differenti. Consiglio di non «pensare troppo» ma di seguire la propria «pancia». Il mercato nordamericano è importante (senza dimenticare il Canada!) per chiunque operi nel settore del design. Buona fortuna!

 

 

 

 

 

 

Alex Lubarsky, fondatore e proprietario di Speranza Design Gallery

 
 

Perché il design italiano piace negli Stati Uniti?

 

Il design italiano piace negli Stati Uniti per la sua combinazione unica di bellezza esteriore, funzionalità e maestria artigianale d’eccellenza. È sinonimo di signorilità, qualità e originalità, i prodotti italiani trasmettono un senso di eleganza e ricercatezza molto apprezzato dai consumatori statunitensi.

 

 

Quali tipi di oggetti, materiali, stili e marchi sono attualmente in voga nel mercato statunitense?

 

Tra gli oggetti di design più diffusi ci sono quelli di Alessi, Seletti, Kartell, Magis e Fornasetti. Anche marchi per la casa, l'arredamento e l'illuminazione, quali Cassina, Moroso, Poltrona Frau, B&B Italia, Artemide, Flos e Kartell sono molto apprezzati. Negli articoli da cucina spiccano Alessi, Guzzini e Mepra. Materiali come i pellami italiani, il vetro di Murano e il marmo di Carrara sono molto richiesti. Di tendenza sono poi stili come il minimalismo moderno con linee pulite e un design funzionale, così come design audaci, giocosi ed eclettici che esaltano le lavorazioni artigianali.

 

 

Quali nuove tendenze o prodotti stanno catturando l'interesse dei consumatori americani?

 

I consumatori americani sono attratti da prodotti che migliorano il loro stile di vita, salute e benessere, con una significativa attenzione per la sostenibilità e la tecnologia. Prodotti rispettosi dell’ambiente, dispositivi smart per la casa, articoli personalizzati e apparecchi relativi alla salute riflettono una miscela di praticità, innovazione e stile di vita consapevole.

 

 

Secondo lei, qual è il concetto o il tema migliore su cui concentrarsi per promuovere il design italiano negli Stati Uniti?

 

“L'eleganza senza tempo incontra l'innovazione moderna” è un concetto potente. Mettere in risalto l’impeccabile maestria artigianale, i materiali ricercati e stili innovativi che coniugano perfettamente tradizione e stile contemporaneo, solleticando i gusti sofisticati e il desiderio di prodotti unici e di alta qualità.

 

 

Quali sfide devono affrontare gli imprenditori italiani quando presentano i loro progetti sul mercato statunitense?

 

Tra le sfide ci sono la comprensione delle preferenze dei consumatori americani, in particolare la consapevolezza dei prezzi, la gestione di complesse normative sulle importazioni, il rispetto degli standard di sicurezza e della conformità, la concorrenza con marchi locali affermati, la gestione degli elevati costi di spedizione e il superamento delle differenze culturali negli stili di marketing e comunicazione, oltre alla gestione della presenza di imitazioni.

 

 

Può parlarci delle strategie di successo che ha utilizzato per commercializzare il design italiano negli Stati Uniti?

 

Prima di tutto, il nome della nostra azienda è Speranza. Esploriamo il mercato dei prodotti italiani di aziende affermate come Alessi e Kartell, oltre a marchi più giovani come Seletti, Qeeboo e Covo. Presentiamo ai nostri clienti una collezione curata che coniuga l’estetica e l'originalità italiane uniche con un grande valore.

 

 

Che consiglio darebbe a nuovi imprenditori italiani intenzionati a entrare nel mercato statunitense?

 

Comprendere le preferenze dei consumatori americani e le tendenze del mercato. Enfatizzare la qualità e il design unico nel marketing. Collaborare con partner locali per orientarsi tra normative e distribuzione. Investire in una forte presenza online e sui social media. Essere adattabili e reattivi ai feedback.

 

 

 

 

 

Dan Rubistein, giornalista di design e fondatore di The Grand Tourist

 
 

Perché il design italiano attrae i consumatori negli Stati Uniti?

 

Penso che il design italiano, soprattutto oggi, non riguardi più solo un aspetto particolare. Si tratta invece di un livello di qualità nel modo di fare le cose e nel modo in cui viene tenuto in considerazione il design. Ho avuto tra gli ospiti del mio podcast, The Grand Tourist, molti designer tra cui Piero Lissoni, Patricia Urquiola e Philippe Starck. In comune hanno la capacità particolare di immaginare i prodotti che saranno in produzione negli anni a venire. Una visione unica e originale.

 

 
Quali tipi di oggetti, materiali, stili e marchi sono attualmente in voga nel mercato statunitense? 


 

Negli Stati Uniti tutto è popolare nello stesso tempo. Abbiamo tanti segmenti di mercato e regioni geografiche differenti, ognuna con un proprio senso dello stile ed esigenze. Ciò che è di tendenza a Los Angeles o Chicago potrebbe non esserlo a New York o Miami. I marchi che vogliono espandersi negli Stati Uniti devono comprendere queste diverse esigenze e comunità per avere successo. I marchi devono anche avere i partner giusti e «mettere radici» davvero nelle aree in cui vogliono avere un impatto.

  


Quali nuove tendenze o prodotti stanno catturando l'interesse dei consumatori americani?

 

Il mercato dell'outdoor continua a crescere e penso che anche qualsiasi tipo di design che aiuti davvero le persone a lavorare da casa mostrerà una crescita. Molti americani hanno una cultura del lavoro flessibile e le opzioni sul mercato non sempre sono le migliori. Ma è un mercato così vasto che non si tratta sempre di trovare la tendenza giusta, ma di trovare il pubblico giusto.

 

 
Secondo lei, qual è il concetto o il tema migliore su cui concentrarsi nel promuovere il design italiano negli Stati Uniti?

 

A differenza della maggior parte dell'Europa, gli interior designer hanno una grande influenza sul modo in cui le persone pensano al design. Siamo anche abbastanza avanzati in termini di social media rispetto ad altri Paesi. E gli interior designer sono molto influenti anche su piattaforme come Instagram. Ma bisogna essere capaci di differenziarsi. Se il tuo divano e le comunicazioni relative a quel divano sembrano identiche a quelle di qualsiasi altro marchio, questo è un problema.

 

 

Quali sfide affrontano gli imprenditori italiani quando presentano i loro progetti al mercato statunitense?

 

Una delle grandi peculiarità del mercato statunitense è la grande dimensione. Ma questo è anche un problema. È necessario un grande sforzo per costruire una base solida per un'azienda e i costi possono essere elevati. Inoltre, gli americani sono molto più abituati ad acquistare articoli online e a comunicare digitalmente e direttamente con i marchi, compresi i social media. Quindi, se un marchio italiano minore non è attrezzato in tal senso, questo può rallentare i progressi nell’avviare un'attività qui.

 

  

Può parlarci delle strategie di successo che ha utilizzato per commercializzare il design italiano negli Stati Uniti?

 
 

In termini di media e comunicazione, penso che oggi viviamo in quella che viene definita «economia della personalità». Ciò significa che ciò che crea interesse oggi sono le persone, le loro esperienze e i loro punti di vista, anziché solo oggetti e tendenze. Quindi con The Grand Tourist ci basiamo su questo. Ospitiamo cene di designer e influencer in varie città del paese e in tutti i principali mercati in cui si svolgono eventi di design. Organizziamo anche dibattiti negli showroom, creiamo contenuti personalizzati e forniamo consulenze “white label” per vari marchi che vogliono raggiungere il pubblico giusto. Tuttavia, non raggiungiamo solo il mercato statunitense. Di solito devo ricordare alla gente che il 55% del mio pubblico proviene dagli Stati Uniti e il resto da Regno Unito, Australia e da tutta l'UE. L'apprezzamento del buon design e della buona cultura è universale.

 


Che consiglio darebbe a nuovi imprenditori italiani intenzionati a entrare nel mercato statunitense?

Avere pazienza e ascoltare sul serio le persone che si incontrano. I marchi che lo fanno possono veramente avere un impatto positivo.

 

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